TRANSLITERA #02 La città è di tutti!
TRANSLITERA #02 La città è di tutti!
30/11/2022
L’Ordine degli Architetti P.P.C. di Venezia e la Fondazione degli Architetti P.P.C. di Venezia, in partnership con M9 Museo del Novecento di Venezia, ha organizzato il secondo incontro del ciclo “TRANSLITERA”.
L’evento si è svolto il giorno 30 novembre 2022, dalle ore 10:30 alle ore 18:30 (6 cfp), presso l’auditorium Cesare De Michelis, situato all’interno del
museo M9 di Venezia.
Come già detto, in occasione di TRANSLITERA1, il denominatore comune sarà quello della rigenerazione urbana come motore per disegnare le città future.
Il primo evento ha avuto come tema: “Esempi europei per Porto Marghera”.
L’obiettivo del secondo evento, dal titolo “La città è di tutti!”, è stato quello di ragionare ancora una volta sul tema della città, analizzando in maniera trasversale il modo in cui la pianificazione urbana, i cambiamenti sociali e demografici, nonché la tecnologia, abbiano il compito di renderle
più eque, aperte e sostenibili.
L’urbanistica di genere è una disciplina che, per quanto sostanzialmente assente nel territorio italiano, da circa trent’anni si propone – in alcune località europee – di pianificare le città a partire da un punto di vista più ampio di quello tradizionale, capace di includere le differenze di bisogni e necessità tra i generi, contribuendo a migliorare la vita quotidiana di quei soggetti che la pianificazione urbana ha storicamente omesso. È una pratica basata sull’ascolto e la
comprensione, sull’analisi attenta dei flussi e delle richieste implicite dei luoghi, che permette di riscontrare come le città – più o meno consapevolmente – siano la rappresentazione delle disparità tra i generi che caratterizzano la nostra società.
Indagare questi aspetti significa entrare nel vivo dello svolgersi di queste vite “dimenticate” dalla pianificazione.
Quando si parla di pianificazione, però, si intende il pensiero sulla città in tutte le sue espressioni. È proprio lo sguardo come pratica consolidata che, ad oggi, risulta carente in Italia.
La dimostrazione è proprio la mancanza di dati utili a comprendere le abitudini e le necessità dei cittadini, dati divisi anche solo per genere, oltre che per età, per reddito, per titolo di studio, per condizione lavorativa, ecc.. In mancanza di ciò, ogni ipotesi immaginativa di città ideale a cui tendere è, per l’appunto, solo un’ipotesi, non fondata, che ambisce a un’idea di città, ma che non risponde a ciò di cui effettivamente le persone hanno bisogno.
Da questo punto di vista, non si tratta solo di introdurre maggiore uguaglianza e giustizia per donne e uomini, ragazze e ragazzi: il gender mainstreaming, vale a dire il coordinamento integrato delle azioni amministrative a partire da uno sguardo di genere, non è relativo solo alle cosiddette pari opportunità, ma produce allo stesso tempo maggiore efficienza e qualità, nei servizi e nello sviluppo delle vite quotidiane di cittadine e cittadini.
Esempi virtuosi sono le buone pratiche di città, tra le altre, come Vienna o Berlino (dove è stato istituito un assessorato alle Politiche di genere), di Ottawa o Parigi (con “la Ville du quart d’heure”), di Portland o Melbourne (con il “20-minute neighbourhoods”).
Le nostre città hanno urgente bisogno di essere ripensate a fronte di questi e di molti altri aspetti, secondo lenti misurate e specifiche. Per farlo, è sostanziale analizzare e comprendere i bisogni delle persone, tutte, coinvolgerle nel processo progettuale, indagare insieme a loro a quali immaginari dovrebbe rispondere la città nella quale vivono. Solo così potremo costruire spazi urbani che, non solo ci sembreranno migliori, ma che lo saranno a tutti gli effetti.
COMITATO SCIENTIFICO
Valentina FANTI (responsabile), Alberta BALDIN, Roberto BERALDO, Lara BORTOLETTO, Livio KARRER, Gaetano GIULIANO, Mattia MARZARO, Stefania MINOIA, Silvia PELLIZZERI, Andrea RUMOR, Simone SFRISO.
credito fotografici: OAPPC VE
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