XXXVII cerimonia con la lettura di Tiziano Scarpa da "Catalogo delle Onde"
PREMIO PIETRO TORTA PER IL RESTAURO DI VENEZIA
25/11/2023
al link che segue la registrazione dell’evento a cura di Ateneo Veneto
La recente crisi pandemica ha evidenziato l’insostenibilità della cultura monotematica dello sfruttamento turistico di molte città d’arte come la nostra che, di fatto, ha generato pesanti ripercussioni sul tessuto economico e sociale dei centri storici e delle periferie.
Le città d’arte del mondo intero – e Venezia è una città d’arte per eccellenza massima – nel periodo della pandemia, sono rimaste paralizzate e prive dei flussi economici derivati dal turismo.
Il caso di Venezia è stato emblematico, ma più di altre città è riuscita a mantenere intatto il suo potere attrattivo grazie al suo enorme patrimonio di bellezza che, però, deve essere protetto dai rischi indotti dal processo di “disneyficazione”, che porterebbero la città a trasformarsi in una sorta di parco giochi tematico per rispondere alle necessità del merchandising di promozione del turismo di massa.
Già oggi la città, per effetto del fenomeno di overtourism, ha subito pesanti modifiche della sua natura e il consolidarsi della “monocultura produttiva” del turismo, che eccede la capacità di carico della città stessa, determina un consumo dei luoghi.
Il consumo è riferito alla componente fisica, come consumo di risorse non sempre rinnovabili, quali ad esempio il patrimonio e il paesaggio, ma anche la componente immateriale che riguarda le relazioni sociali tra le persone.
La complessa relazione tra le masse di turisti e di abitanti, che si verifica anche in altre città meta del turismo globale, altera la percezione che i visitatori hanno dei luoghi.
Visitatori che, non di rado, sono omologati e appiattiti nella visione stereotipata offerta al turismo di massa dagli operatori economici.
I residenti delle città d’arte divengono comparse, necessarie alla rappresentazione della vitalità di ogni città, ma essi, nelle loro quotidiane attività, soprattutto quando non traggano diretto sostentamento dal turismo, si trovano a vivere una sorta di “resistenza”. Una resistenza determinata dalle difficoltà organizzative dei trasporti, dalla perdita di servizi alla residenza, dalla perdita del tessuto terziario e commerciale, a fronte della crescita dei valori immobiliari, a fronte della scomparsa del tessuto relazionale e del senso di appartenenza ad una comunità cittadina (che rappresenta, infatti, la più ingente perdita di patrimonio immateriale).
Venezia, con i suoi progetti di restauro può ridare vitalità e futuro architettonico al patrimonio monumentale, ma al contempo deve pensare anche al «restauro» della componente del vivere sociale nella città, e per la città, attraverso nuovi equilibri.
Venezia deve mirare ad essere anche un nuovo laboratorio che guarda al futuro, in grado di scoprire diverse forme con cui preservarsi, non solo legate al patrimonio materiale architettonico e storico-artistico, ma anche di quello immateriale e sociale che rende sostenibile la città lagunare basata su equilibri tanto speciali, che non hanno paragoni nel mondo costruito.
Questa idea della città non può non ricomprendere anche gli obiettivi della transizione energetica e la sostenibilità ambientale, oramai, imprescindibili.
L’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Città Metropolitana di Venezia e la relativa Fondazione Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Città Metropolitana di Venezia promuovono la consapevolezza della grande responsabilità civile ed etica del ruolo, e dell’importanza sociale, dei progetti di restauro, di architettura e dei processi di pianificazione del territorio.
Nel 2023 ricorre il centenario della fondazione delle nostre istituzioni. E’ stato un secolo ricco di storia, attraversato da complesse vicende culturali, politiche e di costume sociale, in cui l’avanzamento della ricerca tecnologica e della tecnica costruttiva hanno cambiato il modo di progettare e di abitare le città.
Il prossimo secolo di professione ci propone sfide altrettanto importanti.
Le nostre istituzioni continueranno a sostenere e promuovere l’importanza del progetto di restauro e di architettura per la costruzione di luoghi di alto valore sociale e culturale presso i cittadini, le istituzioni e i progettisti stessi.