ARCHITETTURA E COLORE | conoscenza e conservazione di materiali e superfici del XX secolo
ARCHITETTURA E COLORE | IUAV VENEZIA TOLENTINI AULA MAGNA
28/10/2022
In occasione della IV edizione di “Iuav per il Restauro”, SSIBAP Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e Ambientali e il cluster di ricerca HeModern hanno organizzato un’occasione di confronto e di scambio internazionale sui temi della conservazione delle superfici policrome del XX secolo.
FOAV, Federazione Regionale degli Ordini degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori del Veneto, ha patrocinato e accreditato l’evento. E’ intervenuto il Presidente dell’Ordine APPC VE per i saluti istituzionali.
“Il seminario, architettura e colore, conoscenza e conservazione di materiali e superfici del XX secolo, affronta tematiche di grande importanza per la nostra professione che ogni giorno si impegna nel campo del progetto di rigenerazione dell’architettura del XX secolo e dell’esecuzione del progetto stesso.
Le istituzioni universitarie hanno l’importante responsabilità di garantire agli studenti di oggi, che saranno dei professionisti più o meno colti domani, la capacità di dotarsi di un articolato corpus di strumenti culturali, tecnici e critici per praticare la disciplina del progetto, costruito, in modo compiuto.
Le università, all’interno della comunità scientifica, e soprattutto fuori di essa, attraverso scuole di specializzazione, corsi di alta formazione, masters, ecc., ma anche le soprintendenze, che hanno un’ampia parte nel dibattito sulla conoscenza la conservazione del patrimonio architettonico del secolo passato, in ottica di mutuo scambio, condivisione di obiettivi, hanno un ruolo determinante nel costruire strumenti di progetto e costruzione. E’ necessario che i professionisti vengano formati dalle istituzioni, a questo deputate, per dare le risposte tecnico progettuali che gli edifici, le nostre architetture, chiedono ai progettisti per la loro conservazione.
Quello che conta oggi è la capacità del progettista di dare risposte efficaci a istanze molto complesse e diverse tra loro che, alle volte, collidono con la conservazione delle superfici, visto che di questo si parla oggi, ma anche con la conservazione dell’intero bene architettonico.
E’ necessario offrire percorsi formativi abilitanti agli studenti di oggi che saranno i professionisti che agirano sulla conservazione del nostro patrimonio architettonico del domani.
In un’ottica abilitante, sia dei futuri professionisti, ma anche dei colleghi già impegnati nella professione, credo che nei percorsi formativi proposti dalle unirvesità sia assolutamente necessario coinvolgere i progettisti che già operano sul campo del fare sui temi del progetto di conservazione e rigenerazione dei beni architettonici.
E’ necessario che vi sia uno scambio continuo tra il sapere del progetto costruito, del progetto pensato per essere realizzato, e che già nella sua fase di concezione comprenda i meccanismi del fare, e il sapere dell’accademia, che ha il dovere di fare ricerca estrema e indagare pensieri che nel costruito non sempre possono trovare spazio, ma che, di fatto, sono quelli che consentiranno al progettista di SPOSTARE i propri orizzonti verso mondi non pensati prima, con capacita di analisi e critica.
Lo scambio tra questi mondi, in un flusso continuo tra teoria e pratica, teoria verificata dalla pratica, e viceversa, in cui anche gli enti di tutela dovrebbero agire con ruoli propositivi, potrà generare percorsi abilitanti in una professione sempre più complessa” (R.Beraldo).
Ringraziamo le curatrici del seminario Sara di Resta e Greta Bruschi, il comitato scientifico composto da Paolo Faccio , Susanna Caccia Gherardini, Pierre-Antoine Gatier, Giacinta Jean, Angeòlo Maggi e Marco Pretelli.
Auspichiamo ad una colloborazione sempre più intensa e fattiva.
crediti fotografici: Luca Pilot
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